Tantissime persone hanno provato ciò che ho provato io, generazioni di studenti hanno deciso di trascorrere parte della loro vita in un altro paese, con persone sconosciute, per ritrovarsi poi più ricchi d’esperienza e con una nuova famiglia su cui fare affidamento.
Perché è questa l’eredità dell’erasmus, una nuova famiglia.
Può essere difficile comprendere tutto questo per chi non ha mai vissuto esperienze del genere, per chi è sempre rimasto attaccato ben saldo ai confini della propria nazione o, peggio, ai limiti della propria regione; ma non potrei trovare parole migliori né voglio cercare definizioni più appropriate.
Quello che ho vissuto è la storia di mille altri ragazzi, o forse la storia di nessuno perché poi le esperienze sono personali e non si possono generalizzare i sentimenti; ma so con certezza che chiunque abbia provato ciò che sto tentando di descrivere, non lo dimentica più. I ricordi, le immagini e le voci delle persone che incontri sono qualcosa che ti rimane dentro per sempre; infondo, non si sente parlare di “depressione post erasmus”?
Parlo di vita, quella vera vissuta e condivisa; di amore e di amicizie salde quando le fondamenta della terra ed, infine, parlo della riscoperta di sé attraverso gli occhi degli altri, una scoperta emozionante ed emozionata di tutto ciò che noi non siamo in grado di scorgere in noi stessi, semplicemente perché abbiamo paura.
Per questo ho deciso di condividere alcune pagine personalissime del mio diario di 3 anni fa.... A volte c'è bisogno di condividere queste esperienze a distanza... Soprattutto se poi la Vita ci si mette di mezzo e ti fa capitare a casa il tuo grande amore in viaggio di nozze, catapultandoti immediatamente in un mare di ricordi e sentimenti a cui tu non riesci davvero a far fronte. Ma è Vita ed è bella!
Il prossimo post quindi altro non è che il piccolo resoconto di quella esperienza, scritto molto tempo fa e per altri scopi, ma ancora così vero, così attuale che mi è venuta la voglia di ripubblicarlo!
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