"Ecco l'autunno", "Chiudi tutte le finestre", "L'estate è finita", "Quest'anno ha piovuto sempre, non se ne può più".
Queste sono le frasi che accompagnano questo acquazzone passeggero.
Piove. Ed io sto qui a fissare dalla finestra di camera mia, questi goccioloni che bagnano la strada e non posso non pensare al monsone che ha segnato il mio tempo in Cambogia.
Qui le strade non si allagano dopo tre minuti e non sei costretto a camminare in questo fiume d'acqua che corre veloce, mescolando terra rossa, polvere e storie di piedi che camminano scalzi non importa quale sia la superficie che li sostiene.
E' strano come ti rendi conto di quanto anche solo la pioggia possa essere diversa vista da un'altra prospettiva.
Ho sempre odiato la pioggia, perchè ti rende difficile muoverti in città, perchè porto gli occhiali e se si bagnano le lenti vedo male, perchè ti sporca i pantaloni e ti rallenta.
Ora no. Dopo un mese di piogge torrenziali, amo la pioggia e la rispetto.
In Kampuchea la pioggia si benedice. Se piove molto cresce il riso e la gente mangia. Non ho mai sentito nessuno lamentarsi dell'acqua che scende dal cielo. Anche perchè l'acqua è vita e se sai come utilizzarla ti rendi veramente conto di quale prezioso tesoro è nascosto dentro ogni piccola nube.
Il forte vento improvviso in un caldo e afoso pomeriggio è l'avvertimento che il tempo sta per subire un cambiamento repentino. Se ti trovi per strada ed il sole è davvero molto forte ed all'improvviso ti stupisci dell'aria fresca che ti accarezza, impari che hai circa dieci minuti di tempo per trovare un riparo, perchè quello è il tempo necessario al monsone per manifestare la sua straordinaria bellezza.
Il cambiamento è improvviso, le nuvole arrivano veloci e sono scure, profonde, i tuoni sono come tamburi battuti con violenza e le gocce di pioggia cadono all'unisono, senza introduzioni di sorta, così, tutte assieme.
L'aria passa dall'essere molto umida a fresca e tu torni a respirare normalmente, respiri profondi e lunghi così da fare riserva di fresco per quando poi la pioggia cesserà.
Non c'è molto che tu possa fare contro la pioggia nel sud est asiatico.
Puoi arrabbiarti con lei, perchè magari ha interrotto la tua passeggiata costringendoti a cercare riparo sotto qualche tettoia, oppure puoi godertela ed approfittare di lei come fanno i bambini, ad esempio, che non perdono tempo per spogliarsi dei loro pochi vestiti e correre in strada a giocare e ridere. O ancora, come fanno gli adulti, che hanno sempre con loro le carte od un sacchetto di scacchi, al primo vento loro di fermano sotto un posto sicuro e cominciano a giocare finchè il temporale non è finito. Poi rimontano in motorino o sul loro tuk tuk e la vita riprende come se nulla fosse successo.
Puoi fare delle interessanti chiaccherate sotto le tettoie delle città cambogiane, puoi recuperare e ritrovare il tempo per dare una dimensione più "umana" alla tua vita, nel senso di più aperta e disponibile alla socializzazione, durante un bel temporale. Potrebbe addirittura capitarti di innamorarti se la pioggia dura abbastanza....
E noi qui che malediciamo la pioggia perchè ci toglie tempo... E se invece lei continuasse a cadere proprio per ricordarci che noi non possiamo fare nulla? Che lei c'era e ci sarà sempre, noi invece no? Se volesse darci un'occasione per riconciliarci con il ritmo naturale del mondo, per ricordarci di tornare a godere di quei momenti di pausa bagnati e rinfrescanti?
Ero solita odiare la pioggia, ora la guardo e sorrido e mi vengono in mente i versi di una canzone...
Through the rain I saw a child just like my child
Someone's son or daughterI watched as they played for a while
I wanted to cry, those babies just smiled
Let it Rain...
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